Farmaci: confermati i prezzi di riferimento AVCP

Postato da il 7 Maggio 2013

Con la sentenza n. 4399 del 2.5.2013, il TAR Lazio ha confermato la validità dei prezzi di riferimento dei farmaci per uso ospedaliero pubblicati dall’Osservatorio dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture dell’Autorità di vigilanza (AVCP).

Ricordiamo che lo scorso luglio 2012 l’Osservatorio dell’AVCP aveva pubblicato sul proprio sito web i prezzi di riferimento in ambito sanitario (ovvero di dispositivi medici, di farmaci per uso ospedaliero e di servizi sanitari e non) in ossequio alla previsione dell’art. 17, comma 1 lett.a), del decreto-legge n. 98/2011, come modificato dall’ art.15, comma 13 lett.b), del decreto-legge n. 95/2012 (c.d. decreto Spending Review 2), in materia di razionalizzazione della spesa sanitaria.

In seguito al ricorso di alcune aziende fornitrici di dispositivi medici e di farmaci, il TAR Lazio ha esaminato la complessa disciplina normativa sulle modalità di rilevazione e pubblicazione dei prezzi di riferimento in ambito sanitario, pervenendo a due opposte conclusioni circa la validità ed efficacia dei prezzi di riferimento AVCP.

Limitatamente al settore dei dispositivi medici, il TAR Lazio ha accolto le censure sollevate in ordine alle modalità di raccolta dei dati da parte dell’AVCP, ritenute incomplete e generiche, con particolare riferimento all’impiego della classificazione nazionale dei dispositivi medici (CND), che non consentirebbe la rilevazione di prezzi di riferimento omogenei e confrontabili rispetto ai singoli e concreti dispositivi medici.

Con riferimento ai farmaci ad uso ospedaliero, il TAR Lazio ha invece riconosciuto la validità e completezza delle modalità di individuazione dei principi attivi da sottoporre a rilevazione, compiuta dall’Osservatorio AVCP sin dalla fine del 2011 in collaborazione con l’AGENAS:

La limitazione a soli 43 principi attivi è giustificata dal fatto che le norme non prescrivevano la rilevazione di prezzi di riferimento di tutti i farmaci a uso ospedaliero (...).

Risulta altresì che l’indagine compiuta dall’Osservatorio è stata svolta nei confronti di 66 stazioni appaltanti (su circa 400 operanti a livello nazionale); queste amministrazioni – che comprendono tutte quelle che svolgono il ruolo di centrale di committenza regionale - sono state scelte tra quelle che, in ciascuna regione, avevano effettuato i maggiori acquisti, sia in termini di numero che di valore economico.

Per quanto riguarda l’identificazione del prezzo di riferimento con il prezzo corrispondente al decimo percentile, va rilevato che il prezzo di riferimento in questo modo individuato corrisponde a prezzi effettivamente praticati (e quindi evidentemente ritenuti remunerativi) in negoziazioni aventi a oggetto il medesimo farmaco; anzi dalle rilevazioni eseguite dall’Osservatorio risultano anche forniture aggiudicate a prezzi inferiori.

TAR Lazio, n. 4399 del 2.5.2013

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