Corruzione

Nell’ordinamento italiano la corruzione è un reato previsto dagli artt. 318 e ss. del cod. pen., che si configura quando un pubblico ufficiale, per omettere, ritardare o compiere un atto del suo ufficio, riceve denaro o altra utilità che non gli è dovuta.

Si ha reato di corruzione anche nel caso in cui un pubblico ufficiale riceve denaro o altra utilità non dovuta per compiere un atto contrario ai doveri del suo ufficio.

Il reato è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.

La diffusione del fenomeno corruttivo altera, in primo luogo, la libera concorrenza e favorisce la concentrazione della ricchezza in capo a coloro che accettano e beneficiano del mercato della tangente a scapito di coloro che invece si rifiutano di accettarne le condizioni.

Sollecitazioni puntuali all’adozione di efficaci misure di prevenzione sono pervenute all’Italia dal GRECO (Group of States against corruption, istituito in seno al Consiglio d’Europa), che, nel Rapporto di valutazione sull’Italia adottato nel 2011, ha evidenziato come la corruzione sia “profondamente radicata in diverse aree della pubblica amministrazione (…).

La corruzione in Italia è un fenomeno pervasivo e sistemico che influenza la società nel suo complesso (...)
Il pagamento delle tangenti sembra pratica comune per ottenere licenze e permessi, contratti pubblici, finanziamenti (…). ”.

Fonte: Rapporto della Commissione per lo studio e l’elaborazione di misure per la prevenzione della corruzione - Roma, 22.10.2012

In attuazione dell’art. 6 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, il Governo Monti ha varato la prima Legge Anticorruzione (L. n. 190/2012) che individua la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche (CIVIT) quale Autorità Nazionale Anticorruzione, deputata alla prevenzione ed al contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito all’interno della pubblica amministrazione.

La Legge Anticorruzione non contiene una definizione della "corruzione" che s’intende prevenire e contrastare.
Il Dipartimento della Funzione Pubblica, con la Circolare n. 1 del 25 gennaio 2013, ha però chiarito che ai fini dell’ambito di applicazione della legge, il concetto di corruzione deve essere inteso in senso lato, come comprensivo delle varie situazioni in cui, nel corso dell’attività amministrativa, si riscontri l’abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati.

Le situazioni rilevanti come "corruzione" sono quindi più ampie di quelle previste dal codice penale e comprendono anche quelle in cui, a prescindere dalla rilevanza penale, si verifica un malfunzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite.

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